Quando nel 1974, Loriano Macchiavelli pubblica Le piste dell’attentato non inaugura soltanto la serie delle inchieste di Sarti Antonio, sergente, ma fonda anche il “nuovo poliziesco italiano”. Quarantacinque anni dopo, il questurino bolognese è più vivo che mai, testimone privilegiato dei cambiamenti e delle mutazioni dell’Italia, colte all’ombra di portici e torri, nelle pieghe della “città che non è come le altre città”.

Ambivalente e in continuo, inesorabile mutamento, il capoluogo lombardo è da sempre un osservatorio privilegiato sull’Italia. Dagli anni Ottanta ai “tempi nuovi”, da culla del rampantismo a quella del “terziario avanzato”, da Tangentopoli all’Expo, tutto sembra accadere prima all’ombra della Madonnina che altrove. Una ricognizione tra le pieghe del territorio urbano, in bilico sullo sfuggente confine tra legale, illegale e translegale, per capire cosa si nasconde sotto le retoriche della città evoluta, sofisticata, dal respiro europeo.