Betty Danon. Io e gli altri
Martedì, 11 Novembre 2025
Betty Danon ha saputo indagare gli elementi della scrittura e della parola attraverso una ricerca sul segno e sul suono. Collaborando con artisti di tutto il mondo, il suo lavoro ha restituito a supporti come la carta e la tela e a strumenti come la macchina da scrivere, la fotocopiatrice e il computer, una dimensione sospesa e poetica. Le “anime” del Castello di Miradolo sembrano legarsi a doppio filo con la ricerca di Betty Danon, nel cui lavoro c’è ricerca visiva e musicale, relazione con la natura e con gli altri, racconto e cura.
Per questo motivo la Fondazione Cosso le dedica una grande mostra antologica Betty Danon. Io e gli altri, in programma dall’11 ottobre all’8 dicembre 2025, che per la prima volta mette in relazione il suo lavoro con l’articolato e vasto mondo di artisti con cui ha collaborato. Curata da Roberto Galimberti, con il coordinamento di Paola Eynard e la consulenza iconografica di Enrica Melossi, l’esposizione, che racconta l’intero ciclo artistico di Betty Danon, presenta oltre 50 opere, molte delle quali mai esposte prima d’ora, provenienti da importanti istituzioni pubbliche, come l’Archivio Storico della Biennale di Venezia - ASAC e il Mart di Rovereto, e prestigiose collezioni private, in collaborazione con l’Archivio Betty Danon e la Galleria Tiziana Di Caro di Napoli.
Il percorso espositivo, che si sviluppa nelle 14 sale del Castello, racconta l’evoluzione del pensiero e dell’opera di Betty Danon, a partire dai primi collage degli anni Sessanta, proseguendo con le partiture asemantiche, con il libro Punto e linea del 1975 - definito "perfetto" da Roland Barthes -, con i Green sounds, in cui natura e scrittura musicale si incontrano tra le righe del pentagramma, per incontrare poi le opere realizzate con la macchina da scrivere, con la fotocopiatrice e con il computer.
La mostra espone, inoltre, l'opera collettiva Io & gli altri del 1979, le opere di mail art, espressioni tra le più libere e fantasiose della poetica dell'artista, fino a Rainbowland, luogo altro dell'arte e della creatività, spazio d'altrove in cui l'artista si rifugia dopo aver abbandonato, nei primi anni Ottanta, “il meraviglioso mondo dell'arte” per concentrarsi sullo scambio diretto con artisti di tutto il mondo e su iniziative culturali e museali.
Come un ideale controcanto, il progetto espositivo nella sezione Note a margine offre un cammino parallelo e tematico con “gli altri”, con gli artisti che hanno accompagnato la poetica di Betty Danon e che hanno contribuito all’opera Io & gli Altri: Mirella Bentivoglio, Tommaso Binga, Irma Blank, Ugo Carrega, Paul De Vree, Amelia Etlinger, Robert Filliou, Elisabetta Gut, Emilio Isgrò, Maria Lai, Sol Le Witt, Arrigo Lora Totino.
Beki nasce ad Istanbul nel 1927. Già da ragazza cambia il suo nome in Betty ed esplora forme sempre diverse della sua creatività. Nella sua città natale studia l’antica arte della miniatura, disegna gioielli e abiti. Approda a Milano nel 1956. Scrive Mirella Bentivoglio: “Betty era nata in Turchia, era cresciuta in una cultura prevalentemente iconoclasta e fortemente legata alle espressioni di segno. Mentre per altri si può sentire la radice pittorica dell’operazione, per lei questo non
avviene mai. Il suo è sempre un lavoro di natura caparbiamente semiologica, un preciso poetico esame degli strumenti della scrittura”.
I primi collage della fine degli anni Sessanta si fanno gradualmente geometrie ritmiche complesse, divengono pitture che, mano a mano, si trasformano in architetture metafisiche; i colori virano nelle scale di grigi, il cerchio e il quadrato tendono alla loro essenza di punto e linea. L'attenzione al segno e al linguaggio, dal tratto gestuale al suono, caratterizza la sua ricerca artistica: nascono le prime partiture, le Finestre di cielo, le Poesie nel quadrato, la parola si fa segno, sintesi grafica, poesia visiva.
Nel corso della sua ricerca, durata oltre trent’anni, la scrittura diviene performance sonora alla Biennale di Venezia nel 1978; il pentagramma ritorna nei Green sounds, in cui la natura si integra e fiorisce sul rigo musicale. Betty Danon esplora le potenzialità degli strumenti della scrittura, della sua riproduzione e della composizione, dalla macchina da scrivere alla fotocopiatrice, al computer, per alterarne il processo, per intuirne le possibilità insospettate e l’inevitabilità assidua del gioco.
L'incontro con la mail art porta alla nascita della grande opera collettiva Io & gli altri del 1979, che diventerà una mostra alla Galleria Apollinaire: oltre 200 cartoline postali, su cui lei stessa ha tracciato dei pentagrammi, che vedono interventi di artisti come Irma Blank, Arrigo Lora Totino, Ugo Carrega, Tomaso Binga, Maria Lai, Amelia Etlinger, Mirella Bentivoglio, Sol Lewitt, Nam June Paik, Robin Crozier Johan van Geluwe, Berty Skuber, Armando Marocco, Lucia Pescador, Ray Johnson, Pablo Echaurren, William Xerra, Emilio Tadini, Adriano Spatola, tra gli altri.
Quella di Betty Danon è una ricerca artistica fuori dagli schemi e fuori dai circuiti abituali, libera di esplorare i punti d’incontro tra il segno e la parola, tra il punto e la linea, tra l’essenzialità del bianco e nero e la gioiosa vitalità del colore, tra l’arte e la vita.
Dalle lettere ad Amelia Etlinger nasce, nel 1976, Rainbowland, paese immaginario dapprima scenario per una fiaba, poi simbolo poetico del luogo "altro", “parola d’ordine per varcare le soglie dell’assurdo, del magico, del concetto mitico di tempo e spazio, il pretesto per scavalcare i muri”.
Le opere del ciclo Rainbowland si mostrano come un invito, attuale e necessario, a costruire un altrove possibile, in cui ogni segno possa diventare possibilità di dialogo, ogni parola prospettiva di accoglienza, in cui l'arte possa tracciare orizzonti di vita e di pace.
L’esposizione è accompagnata da un’inedita installazione sonora a cura del progetto artistico Avant-dernière pensée.
L’opera collettiva Io & gli Altri viene esposta alla Galleria Apollinaire nel 1979. Nello stesso anno, Lucio Dalla pubblica L'anno che verrà: è la fine degli anni Settanta, un decennio denso di tensioni politiche e sociali. Il brano dipinge un mondo immaginario, raccontato in punta di penna a un destinatario lontano. All'inizio degli anni ‘80, anche per il destino dell’opera Io & gli Altri, Betty Danon si chiama fuori dai circuiti convenzionali dell'arte. Nel disco La voce del padrone di Franco Battiato del 1981, la seconda traccia si intitola Bandiera bianca: nelle strofe, le parole si "appoggiano" su una melodia che si sviluppa su due note a distanza di semitono, nel sistema musicale occidentale l'intervallo più piccolo tra due suoni. Anche questa canzone ha dei destinatari, come una lettera, anche in questa canzone "i tempi stanno per cambiare". Un pianoforte scordato, come una fotocopiatrice difettata, riduce i due brani ai loro elementi essenziali: frammenti di melodia e accordi allo stato fondamentale, "punto e linea" musicali, dialogano con la risonanza dello strumento, che sovrappone atmosfere e dissonanze in un tempo che si rallenta e si dilata. Quaranta diffusori, disseminati lungo il percorso espositivo, creano degli echi e dei "ritorni" che occupano lo spazio anche quando, apparentemente, la musica non c'è più.
Parallelamente alla mostra si articola il progetto Da un metro in giù: un percorso didattico per i visitatori di tutte le età per imparare, con gli strumenti del gioco, a osservare le opere d’arte e la realtà che ci circonda.
ATEMPO
Con Betty Danon. Io e gli altri, la Fondazione Cosso ripropone atempo, il format espositivo in cui incontrare, per un breve periodo di tempo e in alcune sale del Castello di Miradolo, significativi omaggi ad artisti o a momenti della storia dell’arte che, per le loro peculiarità, ricerche o poetiche, si leghino all’identità del luogo e alle sue differenti anime.
Nel linguaggio musicale, a tempo è un’indicazione che, nel corso di una composizione, riporta l’esecutore al regolare movimento dopo una variazione di tempo; atempo suggerisce la temporalità di un evento, l’approssimarsi rapido della sua conclusione e, insieme, la sospensione del tempo stesso. atempo intende indagare le possibilità dell’osservare e del leggere un’opera non soltanto come oggetto visivo in dialogo con lo spazio, ma come strumento di scoperta e di riflessione del proprio tempo e, insieme, del tempo, personale e privato, di coloro che si pongono in relazione con l’opera stessa.
UNA MOSTRA PER TUTTI
Per rendere accessibile a tutti la mostra, la Fondazione Cosso ha rivisitato spazi e adottato strumenti per rispondere alle diverse esigenze di fruibilità. Tutti i testi di sala sono tradotti anche in lingua inglese e francese e, lungo il percorso di visita, sono disponibili estratti in versione accessibile Easy to Read, Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), LIS - Lingua Italiana dei Segni e audiodescrizione.
Il percorso didattico Da un metro in giù - non circoscritto a una sala didattica ma diffuso lungo tutto il percorso espositivo, sotto le opere d’arte, che nasce ad altezza di bambino ma influenza l’esperienza di ogni visitatore - è tradotto in lingua
inglese e francese e fruibile in versione Easy to Read e Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), per rendere accessibili tutte le attività anche ai bambini con problematiche di comunicazione. In abbinamento a questo, sono disponibili su richiesta “Storie Sociali” con lo scopo di aiutare le persone con autismo a comprendere e prepararsi meglio all'esperienza di visita della mostra e della dimora, già a partire dall'ingresso nel parco storico.
Lungo il percorso espositivo, inoltre, i visitatori potranno godere dello Spazio Calmo. Attivo dal 2023, è uno spazio progettato e allestito per creare una sensazione di intimità e sicurezza: qui ognuno può rilassarsi, leggere, allattare e godersi l’ambiente circostante. Ricerche ormai consolidate dimostrano che vivere nella quotidianità spazi di decompressione e di rilassamento può generare risultati positivi in chiunque, comprese le persone affette da demenza, autismo, disabilità cognitive, dolore acuto e cronico, patologie psichiatriche e disturbi da stress. All’interno dello Spazio Calmo sono disponibili libri tradizionali e in simboli, ma
anche speciali cuffie isolanti, per poter vivere gli spazi della mostra limitando i rumori ambientali. Dal 2025, inoltre, il sito fondazionecosso.it è stato adeguato in tutte le sue componenti alla Dichiarazione di Accessibilità dell'AGID (Agenzia per l'Italia Digitale).
INFORMAZIONI
Betty Danon. Io e gli altri
Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO) 11 ottobre – 8 dicembre 2025
Sabato, domenica, lunedì: ore 10-18,30
Biglietti: 15 euro intero, 12 euro ridotto (gruppi, over 65, convenzioni), 10 euro ridotto 12-26 anni, gratuito (0-11 anni, Abbonati Musei e Torino+Piemonte Card,
Passaporto culturale, disabilità e accompagnatori), 5 euro ridotto Scuole Pinerolo e Tessera PineCult
Informazioni: 0121 502761 prenotazioni@fondazionecosso.it
www.fondazionecosso.com